Fondo musicale

a cura di Manuela e Michele Claudio Masciopinto

Il fondo musicale custodito presso l’Archivio Diocesano di Conversano rappresenta un prezioso scrigno della memoria liturgico-musicale e popolare del territorio. Al suo interno si conservano spartiti manoscritti e a stampa, frammenti di canto gregoriano, partiture polifoniche, oltre a una significativa raccolta di musiche popolari di varie epoche e opere in lingua francese, testimonianza dei contatti culturali e artistici che, nel corso dei secoli, hanno attraversato la diocesi e l’intero Mezzogiorno. Particolarmente rilevante è la presenza di un inedito del repertorio locale, Il maestro del VillaggioConversano, 1890, operetta semibuffa conversanese con musica di Angelo Antonio Quaranta e libretto di Domenico Morea, Giuseppe Vavalle e Sante Simone (Cfr: Crescamus 7). Questo patrimonio documenta non solo la storia della liturgia e del canto sacro, ma anche le radici della musica popolare e teatrale del territorio — dai canti processionali alle villanelle, dalle tarantelle alle operette locali — restituendo un quadro vivo e dinamico della cultura musicale del Sud Italia. L’Archivio cura la conservazione, l’inventariazione e la valorizzazione di questo fondo, rendendolo una risorsa fondamentale per musicologi, storici e appassionati di tradizione musicale.

Antifonario di San Benedetto – XVII secolo

Antifonario – XV secolo

Al f.154r colophon

Manoscritto liturgico contenente antifone, salmi e inni del repertorio gregoriano, destinato alla recita della liturgia delle ore secondo la Regola di San Benedetto. Il testo, in lingua latina, è disposto su ampie pagine con notazione musicale quadrata su tetragramma, alternata a rubriche in rosso e iniziali miniate o decorate. Il volume si apre con lo stemma della famiglia Acquaviva d’Aragona, segno della committenza o del patronato del casato sull’opera o sulla comunità monastica a cui essa era destinata.

Hoc opus fieri fecit do(m)pnus Ioha(n)nes / Madij Viti Belli de Fana p(ro) a(n)i(m)a sua, regn(an)t(e) / illustrissimo d(omi) no Iulio Ant(oni)o de Urs(inis) de Aq(uaviv)a 

Luna nova (1887)
Scritta da Salvatore Di Giacomo e Mario Costa, Luna nova è la canzone che consacrò il loro celebre sodalizio artistico. Dietro il tono leggero del canto marinaresco si cela una profonda allegoria: nella figura del pescatore che si addormenta cullato dal mare, Di Giacomo rappresenta la città di Napoli, immersa in un torpore dal quale deve risvegliarsi.
Il brano diventa così una critica sociale, espressione del disagio di una città splendida ma segnata dal declino successivo all’unificazione italiana.
Presentata per la prima volta al teatro La Fenice, Luna nova riscosse un successo travolgente e arrivò fino al Vaticano, dove si dice fosse una delle canzoni preferite di Papa Leone XIII. Tra i suoi interpreti più celebri figurano Beniamino Gigli, Carlo Buti, Claudio Villa e Roberto Murolo.

Sciamane Scià [ 1897 ]

Canzonetta Napoletana-Tarantina
Musica di Gaetano Napoli – Versi di Gaetano Pastore

Carmela [1894 ]

Canto Sorrentino
Versi e Musica di G. B. De Curtis